
zero discharge
Un solo obiettivo comune:
eliminare le sostanze chimiche nocive per l'uomo e l'ambiente


Il Consorzio italiano Detox si occupa della gestione della sostenibilità ambientale nelle imprese della filiera del sistema moda. Nasce come reazione di un gruppo di aziende manifatturiere aderenti a Confindustria Toscana Nord a una sfida lanciata da Greenpeace: eliminare le sostanze tossiche per l’uomo e inquinanti per l’ambiente dai capi d’abbigliamento.
Greenpeace è un’organizzazione non governativa ambientalista e pacifista fondata a Vancouver nel 1971. È famosa per la sua azione diretta e non violenta per la difesa del clima, delle balene, dell’interruzione dei test nucleari e dell’ambiente in generale.
Il principio base di DETOX è che l’azienda si impegni pubblicamente all’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose, ciò significa che chiunque, consumatori, associazioni dei consumatori, associazioni ambientaliste, clienti, concorrenti..., possono “controllare” che l’azienda rispetti l’impegno. Non c’è un ente od organizzazione (tantomeno Greenpeace) che ha lo specifico compito di controllore l’impegno DETOX.
Il Greenpeace Detox Commitment è un impegno morale, unilaterale e pubblico assunto dall’impresa che lo sottoscrive.
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Il programma internazionale ZDHC, acronimo di “Zero Discharge of Hazardous Chemicals”, ha lo scopo di ridurre e progressivamente eliminare le sostanze chimiche pericolose dai processi produttivi del settore tessile, conciario e calzaturiero.
Molte aziende vi hanno aderito, non solo diretti firmatari, ma tutte le realtà produttive che fanno parte della loro filiera. L’adesione allo ZDHC può rivelarsi vitale per alcune aziende che potrebbero essere estromesse dalla catena di approviggionamento nel caso in cui non possedessero i requisiti per essere definiti “fornitori qualificati”.
Il programma ZDHC agevola le aziende verso il raggiungimento della sfida lanciata da Greenpeace Italia che prevede l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dai processi di produzione tessile entro il 2020. Lo ZDHC determina le quantità ammesse dei prodotti chimici e i range temporali all’interno dei quali


bisogna cercare di ridurne l’uso, fino alla loro totale eliminazione.
Lo ZDHC si distingue in due programmi: MRSL ZDHC e PRSL ZDHC. Il primo, in cui la M sta per Manifacturer, si riferisce alle sostanze chimiche da ridurre ed eliminare nella produzione degli ammorbidenti, coloranti e prodotti chimici usati per il finissaggio dei tessuti. Il secondo, in cui la P sta per Product, riguarda le sostanze chimiche da eliminare nella produzione dei tessuti stessi. Fondamentalmente si intende eliminare le sostanze chimiche nocive fin dall’inizio, ovvero nelle componenti stesse delle sostanze chimiche usate nel finissaggio, in modo tale da avere inevitabilmente un prodotto finale a zero impatto ambientale.
Il programma ZDHC vieta l'uso intenzionale di tutte le sostanze chimiche elencate.
L' impegno Detox e il programma ZDHC
mirano ad eliminare
11 classi di sostanze
PERFLUORURATI (PFC)
2 ppm
Si riscontrano come residui di produzione o di degradazione di resine idro ed oleorepellenti applicate ai materiali tessili. Sono degli inquinanti a livello ambientale (scarsa biodegradabilità) e tossici per l’organismo umano.
Nuove resine senza PFC
5-40 ppm
Trovano impiego come solventi per processi tessili o per operazioni di lavaggio e pulizia, come solventi in vernici, spalmature... Causano irritazione delle vie respiratorie, della pelle, possono provocare il cancro e sono tossici per gli organismi acquatici.
20-50 ppm
Sono utilizzati come pesticidi e conservanti; possono riscontrarsi anche nei coloranti o nelle paste di stampa come impurezze. Sono inquinanti per gli organismi acquatici e possono provocare irritazioni alle vie respiratorie e causare il cancro.
150 ppm
Possono liberare, in particolari condizioni, alcune ammine aromatiche cancerogene per l’uomo. Le ammine sono presenti come impurezze dei precursori o nella sintesi dei coloranti.
250 ppm
Gli ftalati sono dei composti plasticizzanti: il loro utilizzo serve a rendere i materiali plastici molto più confortevoli al tatto, garantendo una maggior flessibilità e malleabilità durante l’uso. A volte vengono usati per facilitare lo stampaggio della plastica.
SOLVENTI CLORURATI
CLOROFENOLI
Coloranti azoici
FTALATI
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Alternativi non alogenati, a base acquosa
Coloranti alternativi o con meno ammine aromatiche
Coloranti alternativi, non contaminati
Dottiltereftalato,
dietilesiladipato,
disononilcicloesano
LIMITE






5-20 ppm
composti di organotina
Vengono impiegati
come catalizzatori nella sintesi del poliuretano e del poliestere. Causano problemi alla
fertilità umana e agli organismi acquatici.
Catalizzatori alternativi per poliuretano e poliestere

4-50 ppm
metalli pesanti
Dovrebbero rispettare i limiti di concentrazione dell'Associazione ecologica e tossicologica dei coloranti e dei produttori di pigmenti organici (ETAD).
Nessun uso intenzionale

PARAFFINE CLORURATE
200 ppm
Le paraffine sono utilizzate come
ritardanti di fiamma. Sono inquinanti ambientali e possono causare il cancro.
Acidi grassi solfonati, ritardanti di fiamma alternativi

1000 ppm
CLOROBENZENI E CLOROTOLUENI
Possono essere in materiali di poliestere nei coloranti e pesticidi. Possono essere utilizzati come agenti nella tintura di fibre di poliestere o lana. Sono tossici per i sistemi acquatici, causano, tumori, irritazioni alla pelle e delle vie respiratorie.
Benzilbenzoato

500 ppm
Sono i costituenti di molti detergenti ed agenti disperdenti. Gli APEO causano la femminilizzazione della fauna acquatica e la loro degradazione porta alla formazione di AP, considerati un inquinante a livello ambientale.
ALCHILFENOLI (AP) ED ALCHIFENOLI ETOSSILATI (APEOS)
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Alcoli e ammine etossilate
250 ppm
Rallentano la fase di combustione di materiali tessili in caso di incendio; vengono applicati a materiali che ne necessitano come gli interni di veicoli. Causano problemi di fertilità e sono classificati come composti organici persistenti.
RITARDANTI FIAMMA
Alluminio, magnesio idrossido, ammonio polifosfato



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